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Vuoi smettere di litigare? Ecco come fare.
Alla base
di litigi, discussioni e incomprensioni (col partner, con i figli,
ma anche nella nostra sfera sociale e lavorativa) vi sono dei processi di
cattiva comprensione dell’altro e il ripetersi di copioni comunicativi che portano
inesorabilmente allo scontro.
Due sono
essenzialmente le strategie da mettere in atto per bloccare questo processo,
chiamate rispettivamente “Ascolto attivo” e “ Messaggio- Io” (elaborate da Thomas Gordon negli anni '90 per i genitori e gli insegnanti ma applicabili a qualsiasi altro contesto).
Davanti ad un problema con un’altra persona (tuo figlio, il tuo partner, la tua amica, tua madre, il collega di lavoro, la vicina di casa..CHIUNQUE) è fondamentale riuscire a focalizzare per chi la situazione è problematica.
È un problema per TE o è un problema per l’ALTRA PERSONA?
Se riconoscerai che nella situazione data il disagio è dell’altro cerca di capire perché e come si sente attraverso l’ “Ascolto Attivo”.
Se il disagio è tuo, per avviare un processo di
comunicazione efficace, esprimi il tuo malessere in modo autentico astenendoti
da giudizi negativi, attraverso il cosiddetto “Messaggio-Io”.
ASCOLTO ATTIVO
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Quando l’altro ci parla il più
delle volte sentiamo le parole che l’altro pronuncia senza una reale comprensione
della globalità del messaggio che l’altro ci vuole comunicare.
L’Ascolto Attivo è un processo
attivo che richiede impegno e concentrazione, nonchè capacità di mettere da parte i
propri pensieri, la propria volontà, le proprie preoccupazioni.
Questo tipo di ascolto si basa
sulla tecnica del RISPECCHIAMENTO EMPATICO:
1. METTERE DA PARTE I PROPRI PENSIERI, LE PROPRIE PREOCCUPAZIONI PER ACCOGLIERE L’ALTRO;
2. PRESTARE ATTENZIONE A QUELLO CHE L’ALTRO
DICE E COME LO DICE (non verbale e paraverbale);
3. STARE IN SILENZIO E NON
INTERROMPERE;
4. MANTENERE IL CONTATTO VISIVO e FARE
CENNI DI ASSENSO COL CAPO;
5. FARE SOLO DOMANDE APERTE: Le
domande in base a come sono poste possono indurre l’altro ad aprirsi o a
trincerarsi dietro una chiusura difensiva. Facendo domande aperte lasciamo all’altro
ampia possibilità di risposta e stimolano l’esposizione di opinioni, pensieri,
sentimenti (es. Come, Cosa- Vorresti, Cosa ne pensi ) laddove con una domanda
chiusa (passibile sono di un si o di un no) costringiamo l’altro ad una
risposta specifica spesso forzata.
6. EVITARE “BARRIERE ALLA
COMUNICAZIONE” QUALI:
- ORDINARE – ESIGERE (“ Bisogna che tu ...” “Tu devi …” “Tu farai …”)
- MINACCIARE (“E’ meglio per te …, altrimenti …” “Se non farai così …” “Sarà meglio..”)
- FARE LA PREDICA, DIRE COSA SI DEVE O NON SI DEVE FARE (“Tu dovresti …” “Non dovresti …” “Sarebbe opportuno …” “Sta al tuo senso di responsabilità di …”)
- DARE SOLUZIONI GIA’ PRONTE (“Perché tu non …?” “Quello che farei io al posto tuo è …” “Consentimi di darti un suggerimento …” “La miglior cosa da fare è..”)
- PERSUADERE CON ARGOMENTAZIONI LOGICHE (“Ecco perché tu sbagli …” “In realtà le cose stanno così …” “Sì, però, …”)
- GIUDICARE - DISAPPROVARE – CRITICARE (“Tu sei un maleducato …” “Ma sei stupido?”)
- FARE COMPLIMENTI ED APPROVARE IMMERITATAMENTE (“Bene, stai facendo un ottimo lavoro …” “Hai proprio ragione”)
- UMILIARE – RIDICOLIZZARE (“Scansafatiche!” “Piagnone!” “Sei un disastro”)
- INTERPRETARE - ANALIZZARE I COMPORTAMENTI ALTRUI (“Sai bene perché …” “Tu sei semplicemente stanco …” “Tu in realtà non vuoi dire questo …” “Ciò che non va con te è …”)
- CONSOLARE – MINIMIZZARE (“Non preoccuparti…”“Cosa vuoi che sia”)
- CAMBIARE ARGOMENTO (“Parliamo piuttosto di cose piacevoli, …”)
- INTERROGARE (“Perché …?”“Chi …?” “Ma cosa hai fatto?” “Come?”)
7. EFFETTUARE LA RIFORMULAZIONE. Mentre
pratichiamo l’ascolto attivo è opportuno di tanto in tanto riformulare in modo
da dare all’altro la prova del nostro ascolto e della nostra attenzione incondizionata
e testare la nostra comprensione di quanto ci stia dicendo. Questo fa rilassare
l’interlocutore che si aprirà maggiormente.
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